Veneto Aste
  • 18/10/2017
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Prezzi “drogati” frutto di rilanci selvaggi e mutui “quasi” impossibili per la gente comune: si sgonfia la bolla giudiziaria diventata privilegio di pochi?
Di Dott.ssa C. Franchina

La domanda regina dei clienti che mi contattano, neofiti del settore vendita giudiziaria è:
come funziona?
La curiosità regna sovrana e molti (ma non tutti), come nello stato di torpore tipico dell’innamoramento sono affascinati dall’idea dell’affare, dei soldi facili, seppellendo la consapevolezza che se l’asta è un gioco lo stesso si paghi, se mal gestito, con effetti devastanti tanto che non è più sbagliato parlare di vera e propria ludopatia.
Le sale delle associazioni dove operano i delegati del Tribunale sono ormai stracolme ogni giorno; alcune facce si ritrovano come al bar, e tra tecnici della domenica improvvisati (ti spiego io come si compila la domanda a prezzi di realizzo, tanto al resto ci pensa il Tribunale), agenti immobiliari che accompagnano all’impresa (opportunisti del mercato) e vari ed eventuali presenze che ci provano per raccontare ai posteri di aver fatto l’esperienza di partecipare ad una vendita competitiva giudiziaria, l’affollamento è fisiologico (poi ci siamo noi di Veneto Aste..).
Inspiegabile perché non si crei un sistema di sicurezza per impedire che ci si parli tra di loro e ci si accordi fuori da ogni regola ma ancor di più, un pugno nello stomaco la diffusa convinzione che prezzo basso è uguale ad affare, salvo poi…
Nel chiuso delle aule del Tribunale, ove da settembre, come scritto nella circolare dei Ge di gennaio (https://www.venetoaste.com/aste-giudiziarie-a-vicenza-i-giudici-decidono-che-non-sono-piu-pubbliche-o-quasi/) ora portata in modo meticoloso all’applicazione dai delegati in toto, gli offerenti si possono trovare privi dei propri accompagnatori, ove qualcuno dei partecipanti ritenga di opporsi alla loro presenza, si assiste a una feroce vendita al rialzo dei competitor che sfuggono ad ogni logica dell’affare, “abbandonati loro malgrado” da familiari e consulenti che non possono guidarli e consigliarli, vengono schiacciati dalla logica del “sono qui per vincere” e prezzi piccoli diventano enormi con pagamenti difficili, faticosi a costi di prostrazione economica personale e familiare.
Questo è stato voluto dal Tribunale di Vicenza, superando la regola dell’asta come pubblica e nel silenzio di un’accettazione passiva della cosa (salvo della sottoscritta) si va avanti creando facile gioco a fenomeni di aggiudicazioni a prezzo di gran lunga superiore al prezzo base dell’esperimento in essere, della vendita precedente e a volte della stessa stima con somma gioia della procedura.
Affare non vuol dire aggiudicare a tutti i costi ma vincere la gara rimanendo entro i limiti delle proprie possibilità altrimenti è un gioco sì ma al massacro che poi si paga con conseguenze non da poco: in caso di mancato saldo prezzo il Tribunale trattiene l’assegno cauzione del 10% ed in più condanna il malcapitato/incosciente aggiudicatario al maggior danno in caso di vendita a un prezzo inferiore: un argine deve essere posto, il momento dell’asta è clou per essere lasciati soli!!
Ciò detto è chiaro per converso che l’offerta minima è un punto di partenza e rare volte un punto di arrivo: troppi fattori incidono sul prezzo finale ed approcciarsi a una vendita confidando che la banca finanzi il 100% più le spese è una convinzione frutto di un certo retaggio del mercato libero.
Le banche, ormai tutte, concedono sia un prestito (fino a 30.000,00 euro) utile allo scopo acquisto in vendita giudiziaria che un mutuo (oltre i 30.000,00) ma per partecipare è opportuno avere pronti almeno i liquidi utili al pagamento delle spese extra e di una fetta dell’aggiudicato, considerando che l’istituto di credito finanzi l’80% dell’aggiudicato (solo il prezzo finale dell’immobile), difficilmente il 90% e quasi mai il 100%.
Veneto Aste è attrezzata per consentire ai clienti di essere supportati in questa richiesta di  supporto finanziario per l’aggiudicazione ma rimane ferma la necessaria solvibilità contabile del cliente è l’obbligo, se lavoratori dipendenti, di rispettare il paletto di essere almeno con un contratto a tempo indeterminato da 12 mesi diversamente difficilmente l’istruttoria potrà avere un esito positivo.
Chi ci conosce lo sa che siamo soliti alla schiettezza con il cliente ed alla totale trasparenza e per questo alcune coordinate di comportamento finalizzato ad entrare meglio possibile nel meccanismo servono a creare gli anticorpi alla delusione di rincorrere un sogno senza avere gli strumenti utili perché questo diventi realtà: il nostro compito è proteggere te, che credi in noi, da un fallimento. La tua fiducia è il nostro obiettivo, trampolino per il successo finale!